La Valle del Belìce

“La Nocellara del Belice è un prodotto d’eccellenza siciliana che dobbiamo fare apprezzare a tutti i buongustai del mondo. E’ il nostro primo impegno verso questo meraviglioso dono della natura che si coltiva solo nella Valle del Belice”
Giuseppe Curaba

La Valle del Belice è costituita dal comprensorio entro il quale si estende il corso del fiume Belice. Il fiume è lungo 77 km e si forma dall’unione di due rami, il Belìce destro (45,5 km) e il Belìce sinistro (42 km). La Valle del Belice si trova nella parte occidentale della Sicilia e occupa un’area compresa tra le province di Palermo, Trapani e Agrigento.

La foce del Belice

Nell’area che ricade nel territorio comunale di Contessa Entellina, è stata istituita la Riserva Naturale Integrale Grotta di Entella. La Grotta di Entella, che è il motivo dell’istituzione della riserva, si sviluppa all’interno della Rocca (557 metri s.l.m.), che è un rilievo isolato proprio a monte della confluenza del Belìce Sinistro con il Belìce Destro. In tutto il promontorio della Rocca non sono presenti corsi d’acqua superficiali superficie: le acque piovane si infiltrano nel sottosuolo andando ad alimentare il vallone di Petraro e gli affluenti del Belìce Sinistro. Nella zona dell’ultimo tratto del fiume Belìce è stata istituita la Riserva naturale Foce del Fiume Belice e dune limitrofe.


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Coltivazioni oleicole

La principale risorsa economica della Valle del Belìce è la produzione agro-alimentare e la coltivazione dell’olivo. Lo fu sin dall’insediamento delle prime popolazioni e dalla nascita di Selinunte, i cui abitanti coltivarono e propagarono l’olivo colonizzando vallate e terre fertili dell’interno, producendo olio, come dimostrano le macine rinvenute vicino al Tempio E, risalenti al V secolo a.C. Selinunte, secondo Plinio, fu importante città di commercio verso la Magna Grecia e il Mar Mediterraneo grazie alla propria flotta e alle derrate alimentari provenienti dal territorio: vino, cereali ed olio.
L’olivo era una coltura primaria della Valle del Belìce, anche nel 1600; a partire dal 1700 si è evoluto un ecotipo che nel corso dei secoli successivi ha dato origine ad una delle più note cultivar italiane, la Nocellara del Belice, DOP della Sicilia, ma coltivata occasionalmente anche in altre regioni.

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